La Fondazione Aiace ringrazia tutti i 37 partecipanti del Premio Aiace 2023 e la Commissione Scientifica per il lavoro di valutazione svolto.
Di seguito il dettaglio del risultato del Premio e la graduatoria completa.
Dott. ssa Federica Torricelli – Vincitrice
Tumori rari
Laboratorio di Ricerca Traslazionale, AUSL-IRCCS di Reggio Emilia
Spatially resolved, high-dimensional transcriptomics sorts out the evolution of biphasic malignant pleural mesothelioma: new paradigms for immunotherapy
Il mesotelioma pleurico maligno è un tumore raro e molto aggressivo a prognosi infausta, spesso causato dall’esposizione all’amianto. Le scelte terapeutiche sono ad oggi limitate e guidate dall’istologia che risulta essere l’unico indicatore prognostico.
L’istotipo bifasico rappresenta una fase di transizione del tumore dall’istotipo epitelioide ben differenziato e con prognosi più favorevole, all’istotipo sarcomatoide, indifferenziato e molto aggressivo.
Obiettivo primario di questo studio è stata la caratterizzazione dettagliata, tramite una tecnologia innovativa chiamata trascrittomica spaziale, dei meccanismi molecolari che guidano questa transizione e di conseguenza l’aumento di aggressività del tumore. Sul tessuto di 8 mesoteliomi bifasici sono state selezionate aree epitelioidi e aree sarcomatoidi in cui è stato confrontato il livello di espressione di più di 1000 geni. L’analisi ha evidenziato una profonda riorganizzazione strutturale delle cellule durante l’evoluzione verso l’istotipo sarcomatoide e una modificazione dell’assetto immunitario del tumore che mette in atto meccanismi per sfuggire alla risposta immunitaria contro di esso e progredire. Questi risultati sono stati validati in una coorte indipendente di circa 90 mesoteliomi.
Il nostro studio ha dimostrato l’importanza del sistema immunitario tra i meccanismi che guidano l’evoluzione del mesotelioma. Attualmente l’immunoterapia è la terapia più all’avanguardia nel trattamento del mesotelioma, seppur con risultati non sempre soddisfacenti. Questi risultati pongono dunque le basi per lo sviluppo di nuovi bersagli molecolari su cui sviluppare nuove strategie terapeutiche nei pazienti con mesotelioma pleurico maligno.
Dott. ssa Laura Botta – Menzione Superiore
Tumori maligni insorgenti prevalentemente in età pediatrica
Epidemiologia Valutativa, Fondaz IRCCS Ist. Naz. Tumori di Milano
Long-term survival and cure fraction estimates for childhood cancer in Europe (EUROCARE-6): results from a population – based study
L’articolo presentato è il primo frutto della sesta edizione del progetto EUROCARE, il più ampio progetto di ricerca collaborativa sulla sopravvivenza al cancro in Europa coordinato dall’Istituto Nazionale Tumori di Milano e l’Istituto Superiore di Sanità di Roma. In questo articolo abbiamo analizzato un totale di circa 140,000 bambini (0 e 14 anni) diagnosticati nel periodo 2000-13, reclutati da 80 registri tumori di popolazione in 31 Paesi europei diversi. La sopravvivenza a 5 anni per tutti i tumori infantili in Europa nel periodo 2010-2014 è dell’81% ed è aumentata di 3 punti percentuali dagli inizi degli anni 2000, con miglioramenti di sopravvivenza significativi nel tempo per quasi tutti i tumori. Persistono ancora disuguaglianze di sopravvivenza tra i Paesi europei ed i paesi dell’est Europa sono spesso fanalini di coda. Un altro risultato innovativo riportato dallo studio è la valutazione, per tutti i principali gruppi di tumori pediatrici, della sopravvivenza a lungo termine (fino a 15 anni) e la stima della frazione di guarigione, ovvero. la proporzione di pazienti che non rischiano più di morire a causa della progressione o recidiva del tumore diagnosticato. I tumori infantili sono tumori rari ma, diversamente da quanto avviene per la maggior parte dei tumori rari, sono per lo più curabili. Stimare statisticamente la percentuale di bambini effettivamente guariti dal tumore è stato fino ad ora ostacolato dalla persistenza di una mortalità a lungo termine dovuta agli effetti avversi dei trattamenti. I dati prodotti dal nostro studio facilitano la stima della proporzione di bambini guariti, circa 78% per tutti i tumori infantili in Europa, distinguendo la mortalità dovuta alla progressione del tumore da quella attribuibile agli effetti avversi dei trattamenti.
Dott. Giulio Francolini – Menzione Superiore
Tumori alla prostata
Università di Firenze
Stereotactic Body Radiation Therapy and Abiraterone Acetate for Patients Affected by Oligometastatic Castrate-Resistant Prostate Cancer: A Randomized Phase II Trial (ARTO)
Dott.ssa Marta Biondi – Menzione Speciale
Tumori maligni del tessuto linfatico ed emopoietico
Tettamanti Center, Fond IRCCS San Gerardo dei Tintori
Selective homing of CAR-CIK cells to the bone
marrow niche enhances control of the acute myeloid
leukemia burden
Il successo della terapia CAR (Chimeric Antigen Receptor) T nella leucemia mieloide acuta è
ostacolato da differenti fattori, specialmente dalla scarsa migrazione delle cellule terapeutiche nel
midollo osseo, sede preferenziale delle cellule staminali leucemiche. La manipolazione ex vivo delle
cellule CAR-T riduce l’espressione del recettore chemochinico CXCR4, compromettendone la
capacità di homing all’interno della nicchia midollare in risposta al gradiente di CXCL12. Il nostro
gruppo di ricerca ha quindi formulato l’idea di combinare l’espressione del CAR con l’over-
espressione di CXCR4 per favorire l’infiltrazione delle cellule CAR-T all’interno del midollo osseo e
mediare così una più efficace azione antileucemica. Pertanto, abbiamo disegnato un vettore
bicistronico Sleeping-Beauty che over-esprima CXCR4, nella sua forma wild-type o in quella mutata
iperattiva, in combinazione al CD33.CAR. Le CD33.CAR-CXCR4-T hanno dimostrato un consistente
aumento dell’espressione di CXCR4 e un miglioramento delle funzioni effettrici CAR-associate.
Rispetto alle CD33.CAR-T convenzionali, le CD33.CAR-CXCR4-T hanno dimostrato sia una
superiore risposta migratoria in vitro verso il CXCL12 che una più efficace azione anti-leucemica in
vivo, dovuta a una migliorata capacità di homing al midollo. In conclusione, questo studio pubblicato
sulla rivista Blood dimostra come ingegnerizzare le cellule CAR-T con il CXCR4 potrebbe
rappresentare una strategia promettente per implementare il loro potenziale terapeutico nel
trattamento della leucemia mieloide acuta.
Dott. Alessio Cortellini – Menzione Speciale
Covid e cancro
Fondazione Policlinico Universitario Campus BioMedico, Roma
SARS-CoV-2 omicron (B.1.1.529)-related COVID-19 sequelae in vaccinated and unvaccinated patients with cancer: results from the OnCovid registry
Lo studio in oggetto, si colloca nel complesso scenario della ricerca sull’impatto del COVID-19 sui pazienti oncologici, ed è uno degli ultimi study tratti dal registro internazionale OnCovid, che ho visto partecipare quasi 40 istituzioni da tutta Europa (ClinicalTrials.gov ID: NCT04393974).
L’ obiettivo dello studio era confermare l’ efficacia e la sicurezza delle vaccinazioni anti SARS-CoV-2 nei pazienti oncologici affetti da neoplasia avanzata ed in trattamento oncologico attivo, nel corso delle fasi evolutive tardive della pandemia (e.g. dominate dalla variante Omicron) e dell’impatto delle vaccinazioni oltre la mortalitá da COVID-19 stessa, cioè nel prevenire le sequele ed il “long COVID”.
Nel progressivo ritorno alla normalitá pre-pandemica, proteggere i pazienti oncologici significa anche tutelare la loro continuitá di cura oncologica.
In questo studio abbiamo valutato 1909 pazienti oncologici guariti dal COVID-19, con una prevalenza di long COVID del 16.6%, dimostrando come le sequele da COVID-19 possono impattare la sopravvivenza post-COVID, ritardare la ripresa delle cure oncologiche e come il ritardo della ripresa di cure oncologiche possa impattare negativamente la sopravvivenza oncologica.
Nella popolazione analizzata, abbiamo inoltre confermato con delle complesse e robusta analisi biostatistiche, che i pazienti precedentemente vaccinati, sebbene possano sviluppare la malattia, hanno una minore probabilitá di sviluppare long COVID e tornano piú rapidamente ad un ripristino di continuitá di cura oncologica.
Dott. Giuseppe Lamberti – Menzione Speciale
Tumori maligni del polmone
Università di Bologna
Comutations and KRASG12C Inhibitor Efficacy in Advanced NSCLC
Il tumore del polmone non a piccole cellule (NSCLC, acronimo dell’inglese “non-small cell lung cancer) è tra i tumori più frequenti e con la più alta mortalità in Italia. Per questo motivo, c’è un forte bisogno di nuove terapie, meglio tollerabili e più efficaci. Tra i vari tipi di NSCLC, quelli con mutazioni di KRAS rappresentano oltre il 30% dei casi. Nello specifico, la mutazione definita KRASG12C è la più frequente tra le mutazioni di KRAS ed è individuata in circa il 14% di tutti i NSCLC. Solo dal 2022 abbiamo a disposizione due inibitori efficaci di KRASG12C, chiamati sotorasib e adagrasib. Tuttavia, questi farmaci non funzionano in tutti i tumori nello stesso modo, probabilmente per l’interferenza di mutazioni in altri geni all’interno del tumore. Il progetto che ho ideato e co-coordinato ha visto partecipare tutti i più importanti centri americani ed europei che si occupano di NSCLC. In questo studio abbiamo analizzato l’impatto di alcune mutazioni chiave sull’efficacia dei nuovi inibitori specifici di KRASG12C in 424 pazienti affetti da NSCLC metastatico. Abbiamo dimostrato che le mutazioni in geni chiamati KEAP1, SMARCA4, e CDNK2A sono associati ad una peggiore efficacia di questi inibitori, mentre mutazioni in una famiglia di geni chiamati DDR ed in una coppia di geni chiamati ATRX e DAXX sono associati a maggiore efficacia degli inibitori specifici di KRASG12C. Tuttavia, non c’è differenza in presenza di alterazioni di STK11, che sono invece associate ad una minore efficacia dell’immunoterapia. Questo studio è rilevante per diverse ragioni: è il primo studio che analizza questi aspetti in maniera indipendente al di fuori degli studi clinici ed è stato fatto nella popolazione più numerosa di pazienti fino ad oggi registrata. Inoltre, i risultati di questo studio saranno fondamentali per stabilire quale trattamento offrire ai pazienti in base alla presenza di specifiche mutazioni, per identificare strategie terapeutiche per ritardare o prevenire la resistenza agli inibitori di KRASG12C e per aumentarne e prolungarne l’efficacia.